Per cloud migration service si intendono tutte quelle attività e servizi professionali atti a migrare qualsiasi workload on-premise verso un’infrastruttura in Cloud.
VANTAGGI IN TERMINI DI QUALITÀ E AFFIDABILITÀ:
Risparmio nei costi dell’infrastruttura
Riduzione dei tempi di inattività
Sincronizzazione continua dei dati
Efficientamento della gestione dell’infrastruttura IT
Massimi livelli di sicurezza
OMNYS è un’azienda in grado di gestire progetti di migrazione su Cloud AWS in maniera efficiente sfruttando una
metodologia consolidata e standardizzata che si basa su una sequenza precisa di fasi operative.
Tale metodologia finalizzata al raggiungimento della cloud adoption si basa su 4 fasi operative ben definite:
Cloud server migration - Fase 1
Engagement
Breve questionario iniziale
È finalizzato a raccogliere le informazioni di base minime relative allo status dell’infrastruttura on-premise da migrare il cloud
Definizione della strategia di assessment
L’ analisi dei dati ricavati dalla raccolta di informazioni iniziale porterà all’elaborazione della strategia di assessment dell’infrastruttura on-premise per la quale elaborare il cloud migration plan secondo la migliore modalità per la committente.
Quantificazione dell’attività di assessment
Al cliente verrà fornita stima economica precisa per l’esecuzione dell’assessment iniziale
Cloud server migration - Fase 2
Assessment
Configurazione strumenti di enumeration delle risorse.
Questa attività prevede, in coordinamento con l’ufficio IT della committente, la distribuzione degli strumenti necessari alla raccolta automatizzata delle informazioni di dettaglio per ogni server da migrare il cloud
Raccolta delle informazioni
Durante questa fase gli strumenti distribuiti effettueranno la raccolta e invio dei dati verso i servizi di elaborazione ed enumerazione delle risorse da migrare, messi a disposizione dal cloud AWS.Per quanto possibile questa fase dovrà svolgersi in maniera automatizzata.
Stesura Report finale
Questa fase porta alla produzione di un report che espone alla committente i risultati dell’ assessment e il livello di compatibilità/complessità (in ottica di migrazione) dei vari workload on–premise con l’infrastruttura in cloud AWS.
Obiettivi del report di assessment sono anche quelli di:
Cloud server migration - Fase 3
Execution
1. Definizione roadmap operativa
In questa fase, alla luce dei risultati dell’assessment, vengono definiti e pianificati in dettaglio i vari task di migrazione (“which data & when to migrate”) in base alla relativa tipologia normalmente classificabile all’interno delle seguenti categorie: rehost (lift and shift), refactor, replatform, rebuild e replace La sfida principale è quella di organizzare un piano di migrazione che crei il minor disservizio possibile con la massima ottimizzazione di tempi e costi
2. Esecuzione
È la fase operativa vera e propria nel corso della quale i workload on-premise vengono progressivamente migrati verso il cloud AWS applicando differenti tecniche semi automatizzate o manuali (in base alle peculiarità di ogni singolo servizio) prestando particolarmente attenzione a garantire la continuità operativa.
Disaster recovery e
continuos improvement
Una volta finalizzata la migrazione verso il cloud AWS si avranno a disposizione, out of the box, una serie di strumenti in grado di mettere in atto una serie di politiche di sicurezza molto più robuste per i propri dati e applicativi.
Infatti, a migrazione completata è molto importante assicurarsi che la nuova infrastruttura sia ottimizzata e sicura nonché compliant con eventuali requisiti legislativi come ad esempio quelli indicati dal GDPR.
In questo senso, la fase di miglioramento continuo prevede in particolare la messa in atto di misure di monitoraggio dell’infrastruttura e di un disaster recovery plan.
Le soluzioni di disaster recovery permettono di ripristinare le piene funzionalità della propria architettura IT in seguito al verificarsi di guasti o di eventi dannosi. Il disaster recovery aziendale permette di avere sempre disponibilità dei propri dati e di evitare che vadano persi a causa di eventi inaspettati. Dati ed elaborazioni informatiche infatti vengono replicati in una posizione remota che permette di recuperarli qualora i server del cliente smettano di funzionare.
Il disaster recovery è una procedura che assicura la continuità operativa delle aziende dal verificarsi di eventi quali:
INCENDI
EVENTI NATURALI
ERRORI UMANI
ATTACCHI HACKER
FURTI
GUASTI HARDWARE
Il disaster recovery in Cloud permette alle aziende di ovviare ai limiti del semplice backup on-premise: nel migliore dei casi infatti questo approccio consente un ripristino solo parziale dei dati (es. fino a X giorni prima dell’incident) e purtroppo richiede lunghi tempi per il ripristino della normale operatività. Adottando invece un approccio basato sul disaster recovery as-a-service, l'elaborazione e la gestione dei dati del committente vengono spostate su una struttura cloud in grado di garantile livelli di continuità operativa molto più elevati, permettendo così al cliente di continuare a lavorare senza alcuna percezione di disservizi. Implementare processi di diaster recovery in cloud costituisce anche un incentivo verso la piena migrazione al cloud di workload esistenti on-premise, in modo da eseguire i carichi di lavoro attraverso infrastrutture decentrate in località diverse.
Strumenti
Il cloud AWS fornisce gli strumenti adeguati per entrambe le esigenze: in particolare per attivare il disaster recovery possono essere utilizzati strumenti quali AWS Backup, Database RDS in MultiAZ, storage di documenti su Amazon S3, ecc. Caratteristica comune a tutti questi servizi è quella di fornire, in maniera trasparente, la possibilità di distribuire dati e applicazioni in zone geografiche differenziate. Ovviamente alla soluzione tecnologica va abbinata la politica di recovery che deve prevedere almeno un test annuale in cui viene simulato (in sandbox) un disaster e il relativo ripristino della funzionalità.
Scongiurare il rischio di danni economici da fermi non programmati
Ottimo compromesso sicurezza/costi
Assicurare la continuità operativa e garantire il failover (sostituzione) in caso di cessazione di funzionamento del data center primario
Dati replicabili facilmente in luoghi diversi per mettere in grado di ripartire facilmente anche in caso di eventi disastrosi
Ridurre i tempi di inattività dovuti a eventi imprevisti
Dati sottoposti a backup in modo da essere recuperati
Risparmio dettato dalla eliminazione di infrastrutture duplicate